Lavorare al freddo, quali rischi?

Tutti i lavori che si svolgono all’aperto nei mesi invernali possono potenzialmente porre i lavoratori a rischio per via dell’esposizione al freddo; specialmente quando è combinata con l’esposizione all’umidità, all’acqua e al vento, l’esposizione al freddo può causare gravi lesioni che possono anche diventare irreversibili. In generale, con lavoro a basse temperature si intende un lavoro all’aperto svolto ad una temperatura inferiore a una certa soglia, che dipende dallo standard applicato in base al luogo e alla legislazione.

Normalmente, il corpo umano è in grado di bilanciare la perdita di calore dovuta al freddo con la produzione di altrettanto calore; al di sotto di una certa temperatura però il corpo non riesce più a mantenere il bilanciamento tra questi due fattori, e mette in atto alcuni meccanismi volti a mantenere la temperatura corporea e ad evitare ulteriori perdite di calore. Innanzitutto i vasi sanguigni superficiali si restringono, diminuendo l’irrorazione sanguigna alle estremità e al viso e concentrando il calore verso gli organi interni. Il tono muscolare aumenta, causando il cosiddetto tremore da freddo che da solo può aumentare la temperatura corporea anche di 4 °C in un’ora, ed il metabolismo aumenta. Bisogna inoltre considerare il fatto che la perdita di calore dovuta al freddo non è sempre uguale, ed in particolare aumenta con l’umidità: ad esempio aumenta di 5 volte indossando abiti umidi e di ben 25 volte se si è immersi in acqua fredda.

Per questo motivo, lo scopo degli indumenti e delle scarpe protettive per individui che lavorano a basse temperature non è soltanto quello di tenere l’individuo al caldo, ma anche quello di tenerlo all’asciutto; in particolare, le parti del corpo maggiormente a rischio di congelamento durante il lavoro sono il naso, le orecchie e il resto del viso, le mani e i piedi.

Due dei principali pericoli a cui possono andare incontro i lavoratori sono i geloni e il piede da immersione; i primi sono delle lesioni cutanee dolorose, causate dal freddo o dall’umidità che provocano un’infiammazione dei tessuti. I geloni possono essere causati anche dall’utilizzo di scarpe o abbigliamento inadeguato, ad esempio perché troppo stretto; per questo motivo è importante assicurarsi che tutte le protezioni del lavoratore siano in buono stato e della misura giusta. Il piede da immersione è invece un fenomeno che si verifica quando i piedi rimangono per lungo tempo esposti all’acqua fredda: gli strascichi di questa patologia possono presentarsi anche dopo un mese dall’esposizione al freddo, e talvolta durano anni.

Bisogna inoltre tenere presente che alcuni quadri clinici possono subire peggioramenti in caso di esposizione al freddo: è il caso ad esempio di lavoratori che soffrono di asma, diabete mellito o epatite C. Dove possibile, si deve evitare di esporre al freddo lavoratori che soffrano di tali patologie.

Esistono diversi modi per prevenire ed evitare i danni da freddo sul lavoro: oltre all’abbigliamento e alle calzature protettive, è necessario fornire ai lavoratori bevande calde, facendo attenzione al mantenimento di un sufficiente apporto calorico, e fare in modo che tutti i lavori da effettuarsi al freddo li mantengano in movimento. È inoltre opportuno formare delle squadre, e fare della formazione specifica sulle misure di primo soccorso in caso di ipotermia.

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